🎀Vestirsi per le donne
ovvero: la fine dell’uomo come target fashion, ma non come compagnia del venerdì sera
TL;DR: vestiti come se lui non esistesse. Ma poi vai a casa con lui, se ti va.
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L’algoritmo non mente: da settimane il mio feed è pieno di donne vestite per le donne. Lo esplicitano nei reel e nelle caption dei caroselli.
Non “vestite bene” nel senso Vogue 2005, no.
Intendo robe tipo:
• borsette microscopiche trovate su eBay, tag “Y2K pucciosa LOL”
• pantaloni di lino con piega deliberatamente sbagliata
• ballerine rat girl con calzini da tennis
• camicie oversize rubate a un curatore editoriale sotto stress
Un’estetica che grida:
“Lo so che non ti piaccio, ed è questo il punto.”
Il nuovo chic è lo sberleffo al maschio etero come spettatore.
“Se non capisci i miei pantaloni con la pince e il top a uncinetto doppio filo, mi fai un favore.”
È l’eredità di Man Repeller in salsa post-pandemia.
Io la capisco.
Mi ci vesto anch’io.
A volte anche per sbaglio.
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💃 La tendenza del “solo donne”
Nel frattempo, stanno esplodendo le feste per sole donne.
Safe space!
No men allowed!
Bring your glitter and your menstrual rage!
E se provi a dire “ma non è un po’ riserva indiana?”,
ti guardano come se avessi messo il ketchup sulla burrata in un ristorante naturale con le sedie spaiate.
(Misto di pietà e panico: sta per rovinare tutto con un’opinione.)
Io però lo dico lo stesso.
La sicurezza non passa solo dall’esclusione.
Sì, abbiamo bisogno di momenti solo nostri. Di ballare senza mani addosso.
Di parlare di ciclo e madri e rabbia e vestiti e orgasmi e disorganizzazione affettiva.
Ma il femminismo, per essere radicale e duraturo, ha bisogno anche di un maschile trasformato.
Non spettatore. Non nemico. Complice.
Ha bisogno di relazioni che non siano solo miniera di traumi ma anche terreno di costruzione.
Di possibilità. Di bellezza condivisa.
E sì, anche di baci con la lingua.
A quei maschi lì — quelli che non invadono, non spiegano, non si offendono se vinci tu — li voglio alle feste.
Magari in fondo. Con discrezione.
Ma dentro.
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✨ Conclusione con tacco 3 (ma consapevole)
Vestiti per le donne.
Sì.
Con la gonna imbottita, gli zoccoli in legno, il top fatto a mano da un’amica che lavora in una cooperativa tessile del Molise.
Fatti guardare dalle tue simili.
Fatti leggere, decodificare, amare.
Vai alla festa di sole donne.
Ballaci dentro.
Parla di patriarcato, pleasure politics e del tuo rossetto in saldo.
Bevi vino torbido in calici spaiati e scambia numeri con sconosciute meravigliose.
Ma se poi vuoi anche flirtare con un uomo che sa tenere uno spazio, non devi chiedere scusa.
Non è una contraddizione.
È un’estensione del pensiero femminista.
Includere chi non ti spaventa.
Chi non ti spegne.
Chi ti dice “sei potente” e poi si mette da parte, senza bisogno di applausi.
Non sei il problema.
Sei solo una donna che crede che le relazioni — tutte —
possano essere luogo di espansione, non solo di difesa.
E nel 2025, questa è la vera rivoluzione.
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